LA STORIA
Il comune è formato dalle due frazioni di Oggiona e Santo Stefano, entrambe poste sul corso dei torrenti Arno e Ria, nella zona sud–occidentale della provincia, a poca distanza dall’uscita autostradale di Cavaria. Le prima tracce della presenza umana in Oggiona con Santo Stefano risalgono all’età del bronzo, testimoniate dalla lama di un pugnale ritrovato nel fondo Risetti e conservata presso il museo di Gallarate. Il ritrovamento nel territorio del comune nel 1990 di una tomba “alla cappuccina” (quest’ultima conservata presso il Municipio), tomba di età romana, rappresenta, pur essendo l’ultima scoperta archeologica in ordine di tempo, il punto di inizio di una possibile ricostruzione storica della vita del paese nell’antichità.
Da una serie progressiva di ritrovamenti si deduce quindi un seppur tenue collegamento tra diversi periodi storici della comunità di Oggiona, la quale, forse memore di un antico culto tributato al martire di età romana, sul finire del 1200 darà avvio alla costruzione di un tempio dedicato a San Vittore.
In epoca medioevale, intorno appunto al 1200, la valle dove sorge il paese di Oggiona era dominata da un castello, collegato a quelli di Jerago e Orago.
La cappella interna al castello venne tuttavia inglobata nell’attuale chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunciata al Castello. Le diverse trasformazioni del luogo di culto, l’ultima delle quali risalente agli anni ’30, sono state la causa probabile di perdite gravi del patrimonio artistico conservato all’interno.
Due affreschi del ’400, che rappresentano l’Ecce Homo ed un Sant’Antonio, hanno tuttavia superato le ingiurie del tempo e sono tuttora visibili. In questa chiesa sono conservati importanti affreschi e decorazioni databili dal IX al XVI secolo: da segnalare il ciclo della vita di Maria. la Madonna in trono. una statua lignea trecentesca e la tela cinquecentesca di Andrea Lilli “Andata al Calvario”. Non mancano opere moderne del pittore concittadino Sergio Michilini.
Le due frazioni che costituiscono il comune condividono ormai da secoli la vita amministrativa e religiosa e ne testimonia un documento del XVIII secolo che attribuisce ad Oggiona la sede comunale, mentre a Santo Stefano la parrocchia.
Nel 1725, alla Confraternita venne unita quella, appena fondata, del Santissimo Sacramento, ma le leggi persecutorie di stampo illuministico promulgate dall’imperatore Giuseppe II soppressero la società.
Il culto continuò comunque anche dopo l’invasione francese e nel 1798 venne deliberata la costruzione di nuove balaustre e di un altare per la cappella della Madonna all’interno della chiesa parrocchiale.
In una villa ottocentesca circondata da un parco con una bella vista sul Monte Rosa, sono ospiti dal 1988 un Centro Socio Educativo e dal 1995 una Comunità Alloggio.
Il territorio comunale si è trasformato divenendo sede di importanti industrie nei campi della meccanica di precisione, tessile plastico e metallurgico, offrendo lavoro anche ad immigrati di altre regioni d’Italia.